Diferencia entre revisiones de «Farinata degli Uberti»

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[[ImmagineFile:Inferno Canto 10 verses 40-42.jpg|thumb|250px|[[Dante Alighieri|Dante]] e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] osservano Farinata, degliDante Ubertiy uscireVirgilio dalen propriouna sepolcroilustración indel un'illustrazione'Infierno'' de dellala [[Divina CommediaComedia]] dide [[Gustave Doré]].]]
[[Inferno - Canto decimo|Canto X]], [[:s:Divina Commedia/Inferno/Canto X|versi 31-33]]}}
[[Immagine:Inferno Canto 10 verses 40-42.jpg|thumb|250px|[[Dante Alighieri|Dante]] e [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] osservano Farinata degli Uberti uscire dal proprio sepolcro in un'illustrazione della [[Divina Commedia]] di [[Gustave Doré]]]]
[[Immagine:Farinata degli Uberti uffizi.jpg|right|thumb|250px|Statua di Farinata, loggiato degli [[Uffizi]]]]
'''Farinata degli Uberti''' o '''Manente degli Uberti'''(n. en [[Florencia]] - m. en [[1264]]) fue un noble gibelino, ovvero sostenitore dell'impero, appartenente a una tra le famiglie [[Firenze|fiorentine]] più antiche e importanti, citato da [[Dante]] nel VI canto dell'Inferno tra gli ''uomini degni del tempo passato'' (verso 79-84), ovvero i fiorentini ''ch’a ben far puoser li ’ngegni'' e nel canto X tra gli eretici.
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==BiografiaBiografía==
Farinata visse a Firenze all'inizio del [[XIIIsiglo secoloXIII]], una delle epoche più difficili per la città [[toscana]], tormentata da discordie interne tra [[Guelfi e Ghibellini|guelfi]], i sostenitori papali, e [[Guelfi e Ghibellini|ghibellini]], di cui Farinata faceva parte. Dal [[1239]], Farinata è a capo della consorteria di parte ghibellina, svolgendo un ruolo importantissimo nella cacciata dei guelfi avvenuta pochi anni dopo, nel [[1248]].
Dal [[1239]], Farinata è a capo della consorteria di parte ghibellina, svolgendo un ruolo importantissimo nella cacciata dei guelfi avvenuta pochi anni dopo, nel [[1248]].
 
Gli Uberti, come parte dell'''élite'' ghibellina, furono poi esiliati. Anche dopo morti dovettero subire una ulteriore vendetta da parte della fazione rivale dei guelfi: infatti nel [[1283]], 19 anni dopo la sua morte, i corpi di Farinata e sua moglie Adaleta subirono a Firenze un processo pubblico per l'accusa (postuma) di [[eresiaherejía]].
Per l'occasione i loro resti mortali, sepolti all'epoca nella chiesa fiorentina di [[Chiesa di Santa Reparata|Santa Reparata]], vennero riesumati per la celebrazione del processo, conclusosi poi con la condanna. Quindi tutti i beni lasciati in eredità da Farinata vennero confiscati agli eredi.
 
La fondatezza dell'accusa d'eresia non è certa ancora oggi: l'accusa mossa alla fazione ghibellina di Firenze, per la quale vennero considerati eretici Farinata e sua moglie, in realtà riguardava la contestazione della supremazia religiosa della [[ChiesaIglesia católica]]. Ma la fazione cui Farinata apparteneva ne contestava solamente l'ingerenza politica, reclamando una suddivisione tra [[poterepoder spiritualeespiritual]] e [[poterepoder temporaletemporal]]. La confusione venne probabilmente aumentata dalla propaganda della fazione guelfa di Firenze, pronta a sfruttare a proprio vantaggio l'accusa d'eresia. Tuttavia alcuni studiosi sostengono che Farinata fosse vicino all'eresia [[cataricátaros|cataracátara]].
 
Gli Uberti, comunque, vennero esclusi da qualsiasi [[amnistiaamnistía]] e l'odio dei guelfi fiorentini si focalizzò su di loro.
 
Infatti nel canto X dell'Inferno, Farinata è collocato tra gli eretici epicurei che ''l'anima col corpo morta fanno'' (v.15), ovvero non credono nell'immortalità dell'anima. Tra lui e Dante, avversario politico, si svolge un colloquio al cui centro ricadono i temi della lotta politica e della famiglia (in particolare quello delle colpe dei padri che ricadono sui figli: un tema caro al poeta, che avrebbe potuto far revocare l'esilio ai figli maschi se avesse voluto far ritorno, umiliandosi e chiedendo perdono a Firenze). Dopo un alternarsi di battute cariche di tensione, Farinata pronuncia una profezia sull'esilio di Dante in cui è facile leggere l'amarezza del poeta, già esule da qualche anno: